E’ davvero strana la storia di quest’affascinante ditta. L’Aurora Plastic Corporation fu fondata nel marzo 1950 da J.Giammarino e da A. Shikes a Brooklyn N.Y. Nel giro di pochi anni, nel ‘54, si spostò a West Hampstead a Long Island.

Cuomo e Gianmarino

Aurora stampava materiale plastico per conto terzi ma non era impegnata nel campo modellistico. Tutto cambiò con l’arrivo di John Cuomo che, nella sua veste di venditore, spinse la proprietà verso la produzione di modelli in scatola di montaggio. Cuomo, Giammarino, avrete già capito che all’Aurora si respirava un’aria da paisà e pertanto la fantasia era presente in abbondanza, così come la voglia di affermarsi e di dimostrare al paesello lontano che il sogno americano era reale.

All’epoca i colossi del modellismo americano erano Monogram e Revell. Aurora si dimostrò subito aggressiva: scatole belle, anzi bellissime su cui valenti illustratori liberavano la loro creatività, la loro bravura, e splendidi colori, dando il senso del modello. Spettacolari sono certe scene di vita giovanile americana, raggiunte solo da alcune produzioni della Monogram più o meno coeve.

Cielo rosso cupo, il Cremlino sullo sfondo, un bombardiere nucleare che si dirige dove? Siamo in piena guerra fredda.

Guardate attentamente la foto di questo modello. C’è tutta l’America degli anni ’50: l’hot rod con le immancabili fiamme, la bella ragazza, tre imbrillantinati con la faccia da campus universitario che cercano di capire perché la macchina non va in moto, i bluejeans col risvolto e la voglia di far colpo sul bipede biondo da portare, poi, al buio di un “drive in”, per cercare dove la teneva nascosta. Una poesia. Aurora fu portatrice di una vera e propria “box art”, e rispetto alle rivali, applicava prezzi più modesti per attirare il pubblico più giovane e con meno disponibilità.

La prima produzione si orientò sui mezzi militari americani. Non poteva essere altrimenti dato che la guerra era da poco finita. Carri navi e soprattutto aerei occupavano i cataloghi; la costanza della scala non fu mai un problema, adottandone spesso di non convenzionali.

Più tardi, intorno agli anni ’60 arrivarono anche le auto, sia statiche che “slot”, secondo la moda del tempo.

Il grande successo arrivò con i personaggi e gli oggetti della storia. J.F. Kennedy nel suo studio alla Casa Bianca, la Liberty Bell, il gladiatore, la famigerata ghigliottina, ma soprattutto con i soggetti del cinema horror. Arrivarono sul mercato Frankenstein e consorte, l’uomo lupo, Dracula (con le sembianze di Bela Lugosi), l’uomo invisibile, la mummia e molti altri.

Dopo decenni di successi gli originari proprietari decisero di pensionarsi e la ditta passò di mano in mano. Rimangono come sempre gli stampi. I soggetti ispirati dal cinema fantascientifico o dell’orrore ebbero tale fortuna che sono tuttora prodotti sotto il nome di ditte come: Polar Lights, Moebius, Monarch con i loro marchi che fanno il verso allo storico logo del sole nascente.