Oggi parliamo dell’incontro fra il modellismo ed un altro grande caposaldo della cultura pop, nato anch’esso negli anni 60: STAR TREK.

Nel periodo d’oro degli anni 60 in cui, soprattutto negli Stati Uniti, i kit si vendevano a centinaia di migliaia di copie, in tv comparve una nuova serie di telefilm ambientata nello spazio, in un futuro lontano: STAR TREK appunto.

In un periodo in cui i grandi marchi del settore erano sempre alla ricerca di novità da proporre in kit, la comparsa di quell’astronave, La U.S.S. Enterprise, con la sua strana forma a disco destò subito interesse.

Ed infatti la AMT si gettò subito su questa nuova preda. Era il luglio 1966, periodo in cui iniziarono ad andare in onda le prime puntate di Star Trek che furono viste anche dai dirigenti dell’AMT.  Rimanendo positivamente impressionati da quello show innovativo, iniziarono a muoversi per produrre in esclusiva kit basati sulle astronavi e sugli altri oggetti di scena visti sul piccolo schermo.

Nell’agosto 1966, venne infine firmato un contratto tra AMT e la produzione dello show. I termini dell’accordo furono perlomeno strani: la AMT avrebbe prodotto i kit basati sull’astronave U.S.S. Enterprise ed in cambio avrebbe fornito una grande scenografia con al centro la navetta Galileo a grandezza naturale ed un set per le riprese interne.  La scenografia misurava 22 piedi (6,7 m) di lunghezza e 8 piedi (2,4 m) di altezza. Fu l’inizio di una lunga e proficua collaborazione tra AMT, fantascienza e televisione.

La scenografia costruita da AMT

 

La navetta Galileo esiste ancora oggi e può essere vista presso il centro visitatori del Johnson Space Center della NASA a Houston, in Texas. Per l’esattezza si trova all’interno dello Zero-G Diner dello Space Center Houston.

Il modello della navetta Galileo di AMt oggi

 

Fu un un successo incredibile: Il modello della U.S.S. Enterprise del 1966 di AMT divenne il kit più venduto nella storia dell’azienda, forse oltre un milione di pezzi secondo Matt Jeffries, l’artista che progettò la nave per lo show ed anche la versione in kit. Questo modello era addirittura dotato, nella primissima versione, di luci a batteria, che vennero poi eliminate nella seconda versione.

Il primo modello AMT del 1966

Il clamoroso successo del modello spinse AMT a sviluppare un kit anche dell’incrociatore da battaglia Klingon di classe D7, rilasciato come modello in kit nel 1968 sempre ad opera di Matt Jeffries.

 

Il design di questa nave klingon D7 piacque così tanto che venne subito inserito nelle riprese della terza stagione di Star Trek dai produttori dello show. Questi due modelli furono gli unici rilasciati da AMT mentre STAR TREK andava ancora in onda. In quel periodo l’unica altra azienda, oltre ad AMT, che produceva kit a tema Star Trek all’epoca, era la società giapponese KSN Midori, che proponeva due modelli di astronave in dimensioni diverse, per il solo mercato giapponese.

Alla fine degli anni ’60 e nel decennio successivo,  AMT rilasciò kit con i modelli della navetta Shuttle Galileo, della nave Romulana Bird-of-Prey, della Stazione Spaziale K-7 e del ponte dell’Enterprise comprensivo di figurini in scala di Kirk, Spock e Sulu.  Oltre alle astronavi, fece la sua comparsa anche un Exploration Set (comunicatore, phaser, tricorder) ed il kit diorama con Spock che uccide il mostro.

 

Con il ritorno in tv di Star Trek in tv a fine anni 80 (Star Trek: Voyager, Star Trek: Deep Space Nine, Star Trek: The Next Generation) il rilascio di kit AMT in plastica ebbe un nuovo impulso ma, ma la Revell-Monogram, fu lesta ad inseririsi nell’affare ed ottenne la licenza per la produzione di kit tratti da Star Trek:Voyager.

 

Prendendo a cuore il desiderio di tutti i modellisti di avere kit di ottima fattura, entrarono in questa nicchia di mercato anche Bandai e Polar Lights: La Bandai con la propria linea di Kit datata 2003-2004 mentre Polar Lights fece un ulteriore salto di qualità con propria acclamata linea di Kit in scala 1/350 lanciata anche nel 2003.

All’inizio degli anni novanta qualcuno ebbe una nuova idea e nel mercato dei kit di Star Trek ci fu il boom dei kit che ritraevano i principali personaggi delle serie uscite sino ad allora, in scala 1/6 e fatti in vinile.  L’azienda che aprì questa nuova nicchia del modellismo fu l’americana Geometric Design che nel periodo 1992- 1997 rilasciò svariati kit, tutti relativi a personaggi tratti da Star Trek: The Next Generation rigorosamente in scala 1/6.

 

I kit 1/6 della Geometric Design

 

La AMT resasi conto che poteva trattarsi di una nuova interessante opportunità rispose nel biennio 1994-95 con propri kit sempre di vinile e sempre in scala 1/6.  Mis eusl mercato dapprima un poker di personaggi della serie classica (Kirk, Spock McCoy, Scotty) e poi chiuse l’esperienza con il rilascio di alcuni modelli  tratti da Star Trek: Deep Space 9.

 

Va segnalato che questi kit AMT erano di qualità abbastanza scadente, con addirittura alcune parti fuori scala. Per fortuna il vinile è un materiale molto malleabile per cui, una volta riscladato, c’era la possibilità di intervenire per correggere in qualche modo questi difetti.

Dopo parecchi anni di stasi, la saga di Star Trek è ritornata al cinema nel 2009 con un nuovo film che, ovviamente, ha dato il via a nuovi kit tra cui quelli, veramente ben fatti, della Moebius.

 

Con l’arrivo di nuove serie tv (Star Trek: Discovery, Star Trek: Picard, Star Trek: Strange New Worlds) è ripresa, (come da copione verrebbe da dire) il rilascio di kit in plastica a tema da parte di Round 2 (proprietaria di Polar Lights, Hawk, AMT, PMC tra le altre)