Oggi vi presentiamo un interessante lavoro di uno dei nostri soci, Michele Giannotti, che col suo lavoro ci fa esplorare un parte poco nota delle vicendeaccedute sul finire della seconda guerra mondiale. Diamo quindi la parola a lui.

 

LA STORIA

Ho deciso di rivolgere il mio interesse ad una vicenda ed un mezzo poco noti alla maggioranza del pubblico: il Bachem 349.

Si tratta di uno dei molti esempi della “ingegnosa disperazione” hiltleriana sul finire della guerra. In quel periodo, vista la mala parata sul campo, la Germania decise di puntare tutto sui progetti arditi, forse anche troppo talvolta, che i valenti scienziati del Reich tiravano fuori, nella speranza di pescare a sopresa la carta vincente e ribaltare le sorti del conflitto.

Il progetto Nater 349 venne ideato e sviluppato da Erich Bachem e venne avallato da Himmler in persona. Fra le tante specifiche rispondeva sopratutto ai requisiti del tempo: pochi metalli e tanto legno.

In pratica l’idea essenziale era un razzo a decollo verticale con derive per orientare il mezzo: una volta salito in cielo avrebbe dvouto puntare verso i velivoli nemici e sparare una salva di razzi prima di precipitare, troncandosi in piu parti, dopo aver esaurito la spinta.

Una parte importante (il motore) veniva paracaduata per essere recuperata, vista la penuria di metalli, così come il pilota, visto il loro numero esiguo (Qaulora fosse sopravissuto al distacco…).

Il progetto è importante perchè 15 anni circa prima di Yurij Gagarin con la Vostok 1, il primo essere umano a essere “sparato” nei cieli fu Lothar Sieber, il 28 febbraio del 45. Piccolissima differenza: Yurij  sopravisse, Lothar no.

I pochi esemplari di Natter 349 sopravissuti alla distruzione finirono sotto il controllo delle forza USA.

IL KIT

Il kit del natter è della Fly, in scala 1/32; la sua realizzazione è stata relatvamente semplice, pochi pezzi e con pochi dettagli (come del resto era nella realtà…). Ho realizzato il kit con i colori e le insegne dello stesso modello catturato dagli americani, con qualche licenza poetica.

Un volta finito, vedere il modello in posizione orizzontale non rappresentava granchè, mancava qualcosa: la torre di lancio.

Dopo lunghe ricerche per completare il lavoro, mi sono trovato a fare una scelta: in commercio non ho trovato nessun kit di una torre per lancio in scala 1/32, quindi ho deciso di realizzarla in autonomia.

Racimolato i pochi documenti in lungo e in largo, ho affrontato la costruzione basandomi su quello che trovavo, e di sicuro alcuni particolari difettano.
Ho “riprogettato” con un programma 3d la struttura per verificare che stesse in piedi, con misure appropriate, improvvisato dove ho trovato “buchi” di progettazione e poi sono passato al modello in scala realizzato in balsa.
I particolari sono stati realizzate con materiale vario: i fazzoletti di saldatura delle travi fatti con ritagli di fogli di plastica per confezioni di rasoi, ruote e carrucole con rondelle di ferramenta, parti di argano con meccainsmi di orologi e scheletri di stampi…
Alla fine, dopo aver passato una lacca sulla balsa, ho dato un verde grun (RLM 62)opaco mescolando colori Vallejo acrillici.

Per fare il diorama ho utilizzato personale Luftwaffe con articoli della Icm e bidoni di propellente (C-stoff o T-stoff, fate voi..)della Italeri.