Questo settimana Roberto Donati ci propone un suo modello completamente autocostruito eci pone una domanda: Tutti conosciamo la BMW , ma chi conosce la EMW ?   La parola a Roberto:

La seconda guerra mondiale era finita da poco e l’aria odorava di zolfo e di morte. La brava gente si leccava le ferite del corpo e dell’anima. La .Germania era distrutta. Splendide città come Dresda rase al suolo dal napalm. I tedeschi non potevano far altro che battersi il petto recitando il mea culpa. Il loro cervello era stato occupato dalle parole di un fanatico omino coi baffi ed il loro territorio dalle quattro potenze vincitrici.

La parte orientale, tra cui la Turingia era in mano all’ Unione Sovietica, e li, nella pittoresca città di Eisenach, aveva sede una delle fabbriche della BMW. L’altra era ed è a Monaco di Baviera. I sovietici continuarono in quelle  officine a produrre macchine col marchio BMW, tanto chi poteva dir loro qualcosa?

Alla nascita della DDR, Deutsche Demokratiche Republik, la ditta di Monaco ottenne il risultato di far modificare il nome. Fu una modifica abbastanza comica. Il logo era pressoché identico con il rosso al posto del blu ed una stella nel centro.

 

 

Le auto continuavano ad essere copie delle originali. La fabbrica divenuta nel frattempo una “collettiva” produsse anche auto da competizione che nell’idea dei dirigenti dovevano dimostrare la superiorità politico-sociale dell’est, nei confronti del mondo capitalista.

Si provò anche con la formula 1, ma fu un fiasco; meglio andò con le macchine da corsa di bassa cilindrata tra cui la piccolissima 1500, nata sotto l’ala di Arthur Rosenhammer, buon pilota e tecnico, L’auto era anche caratterizzata da una certa originalità. Fu proprio questo pilota che il 3 dicembre del 1954, con una vettura, con l’abitacolo chiuso da una calotta,  ottenne su una pista vicino a Dessau, il risultato migliore della fabbrica: il record mondiale di velocità sule 10 miglia con una media di quasi 230 km. Orari.

Prima della costruzione del muro di Berlino, fatto per fermare l’ emorragia di persone, Rosenhammer tagliò la corda, e scappò a respirare in occidente. La BMW nel frattempo aveva cambiato modelli e la EMW non avendo più progetti da copiare chiuse i battenti nel 1956.

Questo marchio dalla vita di farfalla, non ha lasciato un grande segno nella storia dell’automobilismo ma rappresenta pur sempre una nostalgica volontà degli uomini di superarsi, anche ricorrendo a furberie. Il record rimane storicamente un punto a favore.

Oggi  la EMW non esiste più, come non esiste più la DDR nata dopo la guerra e durata sino al 1990, a dimostrazione che liberarsi dall’oppressore è difficile ma liberarsi dal liberatore lo è molto di più.

Abbiamo in  biblioteca un testo su questo marchio con poche foto relative alla 1500 da record, le misure sono state ricavate per relazione  ma nella nostra collezione di auto da record non poteva mancare questo cammeo, per cui ho deciso di affrontare la costruzione. Chiedo perdono ai puristi per eventuali imprecisioni ma come detto non esiste una documentazione precisa…..forse è un vantaggio.

Mi sono procurato della strumentazione molto sofisticata: legno di balsa, carte vetrate di varia grossezza, milliput , stucco da macchina, un cutter, della plastica trasparente, e delle ruote a raggi.

Per la realizzazione sono partito da un semplice pezzetto di balsa morbida come lo stracchino, leggermente lavorato in base alle misure ricavate e scavato per ottenere il posto guida ove posizionare sedile, volante cambio e cruscotto. Sotto anche viene lavorato il legno per ricavare uno spazio per le ruote.

La balsa viene poi ricoperta di milliput  che viene modellato per poi essere a sua volta coperto da metalin, lo stucco dei carrozzai, poi carteggiato fin che un occhio vede l’altro. Ottenuta una superficie sufficientemente liscia ed uniforme e ricavata la pannellatura del cofano si provvede alla stesura dello stucco a spruzzo e poi del primer. Per ultimo la verniciatura. A questo punto si posiziona la calotta con i vetri.

Ecco fatto il becco all’oca. Sono consapevole di non aver creato un capolavoro,non vincerò un orribile patacca alla decima mostra di Spazzate Sassatelli ma  è un pezzo in più per la nostra prestigiosa collezione ……che non ha nessuno.

 

Ah ecco l’ originale!